Beausoleil, 19.12.28
[…] So che prossimamente verrà pubblicato un libro che raccoglie diversi dialoghi miei stenografati nella mia permanenza a Roma nel 1920. In questo libro troverete ripetuti in maniera ancor più chiara gli stessi principii generali che formano la base della nostra Scuola.
Beausoleil, il 7.2.29
Bisogna innanzi tutto che voi sappiate che alla Scuola la mia intenzione è di dare un assetto definitivo ed a questo scopo lavoro per arrivare ad una conclusione completa. Tra un mesetto i nostri amici pubblicheranno un primo volume dei miei Dialoghi ermetici. Sono i primi sette. Tra cinque o sei mesi sarà pubblicato il secondo volume. Questi libri non sono messi nel commercio librario e sono riservati a dare la fisionomia propria al carattere della nostra Scuola. Essendo essi dialoghi quasi tutti stenografati, sono chiari come carattere italiano dei nostri studi. Trattengo le vostre due adesioni, pregandovi di dire ai due amici che, appena pubblicato il libro, lo leggano con attenzione e si formino un'idea esatta dell'indirizzo della nostra Scuola, per quanto intorno ad essa si condensa nel primo volume. Appena l'assetto rinnovato e definitivo del metodo sarà concreto, io li farò iscrivere tra gli aderenti al Circolo o catena dei praticanti. Spiegate loro che, se io richiedo la non iscrizione ad altre scuole o sette che siano, è per il solo scopo di conservare una unità di inter-pretazione e non determinare in ogni discepolo una minestra di tante opinioni diverse, che finora, per criterio di pace non ho escluso in maniera radicale. Con la pubblicazione di questa serie di Dialoghi il mio scopo è di farmi comprendere bene. Quando mi leggerete mi farete la cortesia di dirmi anche il vostro giudizio. […] Mamo-Rosar-Amru è l'iniziatore in missione di semina. Lasciate che la terra pronta accolga il seme che germoglierà nella sua prossima primavera.
Beausoleil, il 26.2.29
Egregio Amico Prof.
Quadrelli
Ho ricevuto la vostra gentile lettera del 22 corrente. Dell'Ignis vi
ho già accusato ricezione. Rispondo alla parte che esprime la vostra
opinione.
I° - La pubblicazione di
questi dialoghi, che voi mi lasciate supporre di aver già letti, ha
lo scopo di esporre le idee fondamentali dell'ermetismo in maniera
chiara e concisa. Anche scrivendo chiaramente, comprendo quali
strani commenti, immaginosi e fantastici e strampalati possono
generare le mie parole, perché il semplice, anzi il semplicissimo, è
proprio quello che il lettore non adatta alla sua comprensione.
L'Avviamento alla scienza dei magi, che fu compiuto con diversa
finalità, in tempo di questo assai più imbrogliato, contiene una
esposizione cabalistica, che si presta (e si deve prestare) a
commenti difficili; questo libro qui dei dialoghi, invece, è troppo
aperto alla intelligenza comune, e la sua semplicità lo renderà
difficile solo a quelli che per proprio conto vogliano vedervi nel
fondo cose non dette. Io non ho il mezzo di impedire che questo
avvenga. Non pertanto, trovando giusta la vostra osservazione,
nella breve introduzione richiamerò il lettore a non confondere le
sue investigazioni con le semplici cose che espongo io.
II° - Ho pregato i
miei amici di non mettere in vendita il libro, e di non
commerciarlo. Chi lo desidera lo domandi e lo avrà; chi vuol
concorrere alle spese, regali quello che creda. Come speculazione
libraria sarebbe un'impresa sbagliata.
III° - La vostra idea del circolo o dei circoli, o delle accademie
come organizzate avanti, ha dato risultati molto relativi che è
inutile analizzare. Alla maniera antichissima dei filosofi greci, ci
vorrebbe il caposcuola a Roma, circondato da amici e in luogo
comodo; o, peripateticamente, conversare delle nostre cose, senza
pose magistrali e senza gesti autoritari; discorrere, ridere,
sorridere, magari mangiando delle tagliatelle da Sora Felicetta.
Ognuno dei discepoli intelligenti, dopo un periodo di pratica,
partire in missione apostolica per qualche altro centro e fare lo
stesso. Così si servirebbe Ermete in letizia. Per far questo, il
caposcuola oggi dovrebbe avere quarant'anni di meno, e nessuna
necessità pecuniaria perché anche egli fosse ricco, non dovrete
accudire alle sue ricchezze. Perciò i filosofi furono poveri per
destino della cosa da fare; si contentavano del pane e formaggiere
di una botte vuota per ostello. Non so se mi spiego? La vostra idea
è mia in un senso assai più radicale.
Conchiusione
- Facciamo il meglio relativo; quando Mamo Rosa Amru ritornerà,
tutto sarà possibile, perché sulle ceneri e i lapilli di Pompei
sboccerà il germoglio di una nuova flora.
Mi scuserete se vi prego di modificare la vostra opinione su persone
amiche, perché non potete essere al corrente della storia personale
e psichica di alcune di esse; e riferitevi sempre perciò alla bontà
della provvidenza, che rimette a contatto i morti nella
sopravvivenza.
Vi saluto cordialmente Vostro amico
Formisano
P.S.
Ero sul punto di spedire la lettera quando mi è arrivata un'altra
vostra in cui mi racconta la scena della conferenza. Vedete che non
ho torto se sono restio a mettermi tra persone che si combattano,
come l'Ermetismo dovesse considerarsi allo stesso livello di
un'opinione partigiana di persone interessate per un verso o per
l'altro. Prima dell'attuale regime, si tenevano delle conferenze
politiche in contraddittorio; in maniera che il pubblico assisteva a
polemiche su teorie, che spesso si conchiudevano a pugni e a colpi
di seggiole. Come rappresentare innanzi al pubblico che ascolta una
conferenza, la nobiltà di una filosofia e di una pratica della vita
umana, raggiungere la perfezione, se si da un miserevole spettacolo
di inimicizie, di stizza, di acredine, tra i sacerdoti della stessa
filosofia? Se le cose presentate in tal modo diffamano le persone e
la dottrina di cui si fa propaganda, a chi dare la colpa della poca
considerazione in cui sono presi gli scrittori i scienze occulte?
Bisognerebbe capire che, scrivendo stampando o parlando di
ermetismo, non si fa che richiamare l'attenzione del lettore sul
metodo, sulla forma, sulla possibilità di considerare il mondo in
maniera differente della folla ordinaria. Ma l'ermetismo, come suo
valore, non si presenta in atto se non nelle opere ed azioni
individuali. Quelli che vogliono parlarne spiegare al pubblico, con
criteri assoluti, l'ermetismo, come se fosse un trattato di
aritmetica o di patologia, danno la prima prova che non capiscono
gran cosa della scienza, o pretesa scienza che sia, e di cui
assumono il sacerdozio. Dare, pubblicamente o in privato, esempio di
intolleranza, di bizze, di dissidii, è la negazione del principio di
amore. Con l'attuale diffusa cultura generale, questo benedetto
ermetismo ha bisogno di essere presentato con belle parole, con
erudizione, con un certo tono di autorità scientifica, ma, in
realtà, con poche parole ed educando con la pratica e l'esempio,
dovrebbe essere insegnato. Vorrei vedere la faccia di Pitagora, se
redivivo assistesse a queste diatribe, o leggesse articoli che fanno
supporre nel loro autore uno dei grandi maestri illuminati.
Insegnare è donare, ma per donare bisogna possedere.
Dunque, per conchiude, bisognerebbe non dare lo spettacolo di odii,
di bizze, di malanimo tra studiosi e studiosi; ed in realtà,
in sostanza, in fatto, sentire veramente amicizia per
tutti coloro che, in una maniera o in un'altra danno le loro forze
intellettive, con larghezza, alla propaganda di questi nostri
studii. In altri termini, sentire per tutti l'amore (scritto con l'A
maiuscolo). Initium sapientiae, non timor Domi, sed hominum.
Questo latinorum è di un celebre buontempone a cui piacevano tutti i
vizii della creazione, e predicava l’indulgenza.
Vi saluto di nuovo e mi ripeto.
Vostro Formisano
Beausoleil, il 7.5.29
La presente lettera vi prego di tenerla come un invito a non lasciarmi senza vostri scritti, raccomandandovi, se ne avete il desiderio, di continuare i vostri studi con grande raccoglimento e senza troppe conferenze: dovete ben capire che, presentando agli altri le idee che riescono a formarsi come nuove nella vostra psiche, per lo sforzo stesso della presentazione al pubblico del soggetto di cui trattate, avviene una stasi nella progressione e nello svolgimento delle idee stesse in voi. A me pareva da una vostra lettera che aveste capito bene il pericolo che corre ognuno nel formulare le idee per il pubblico. |